Avete mai sentito parlare di inquinamento indoor?
La qualità dell’aria che respiriamo nelle nostre case o negli uffici, dove passiamo in media l’80% del nostro tempo, è almeno tre volte peggiore della corrispondente aria esterna, ce lo confermano numerosi studi.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’inquinamento dell’aria indoor è una delle maggiori cause di malattie dell’uomo.

Quanto sarebbe bello poter respirare aria pulita in città, come se fossimo in montagna, immersi nella natura, circondati da alberi.

Ma cos’è dunque l’inquinamento indoor?
La formula è semplice, prendiamo l’aria esterna, spesso altamente inquinata, e aggiungiamo una serie di agenti inquinanti che noi stessi introduciamo in casa più o meno inavvertitamente. Tra le fonti di inquinamento più comuni riconosciamo:
- i prodotti per la pulizia e la manutenzione della casa
- i solventi
- il fumo di tabacco
- gli strumenti elettronici di lavoro, come stampanti e fotocopiatrici
- i materiali da costruzione
- l’ arredamento
Noi qui ci soffermiamo sul mondo dell’interior design. Alcuni mobili in particolare, come letti e divani, contengono dei veri e propri cocktail chimici. Dai coloranti come lo scotchgard, che fino al 2003 conteneva acido perfluoroottansolfonico, acido molto forte e altamente inquinante, ai prodotti chimici per la concia delle pelli e i ritardanti di fiamma, agli adesivi e le lacche. Ma più in generale i più dannosi sono i Composti Organici Volatili (VOC) , questi rappresentano difatti un insieme di sostanze in forma liquida o di vapore tra i quali la più nota formaldeide. Gas incolore con caratteristico odore pungente e con un forte potere irritante.
Alcune di queste sostanze sono persistenti sia nell’ambiente sia nel nostro corpo, il bioaccumulo poi è quando la concentrazione nel nostro corpo di queste sostanze, supera quella riscontrata nell’ambiente circostante.
Negli anni sono state intraprese svariate azioni per vietare l’uso di alcune sostanze chimiche, ma altre vengono purtroppo ancora utilizzate aumentando l’inquinamento indoor. Ad esempio, nel 2001, la Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti (POP) pose come obiettivo l’eliminazione o la riduzione dell’uso dei POP, ed entrò in vigore nel 2004. L’Italia purtroppo è l’unico stato firmatario ad aver disatteso la convenzione.
La comunità scientifica internazionale ha svolto e continua a svolgere indagini sulla qualità dell’aria negli edifici, tanto da essere ormai considerata come componente dell’inquinamento atmosferico generale. Così come ha fatto l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).

Come migliorare quindi la Qualità dell’Aria Indoor (IAQ, Indoor Air Quality)?
Dobbiamo dunque pensare che la soluzione è in mano nostra, ecco alcune accortezze e buone pratiche quotidiane che possiamo intraprendere:
- Non dimenticarsi di aprire spesso le finestre per un ricircolo dell’aria, sforziamoci di farlo anche d’inverno e sempre dopo le pulizie domestiche.
- Quando possibile stendere la biancheria all’esterno.
- Lasciare fuori le scarpe.
- Staccare i caricabatterie dalle prese, poiché creano campi magnetici alterando l’ elettrostaticitá dell’aria.
- Avere delle piante in casa, ci possono aiutare moltissimo a depurare l’aria indoor, azione di importanza straordinaria, come afferma Stefano Mancuso scienziato e botanico. Negli anni ‘80 la NASA identificò le piante più utili per depurare l’aria interna, alcune piante che possiamo procurarci sono: il clorofito o pianta ragno, la calathea lancifolia, il filodendro adansonii, la monstera deliciosa, la sansevieria cilindrica e l’aloe vera. Piante che filtrano molti agenti inquinanti tra i quali la formaldeide e sono efficaci anche contro le onde elettromagnetiche. Ma più in generale tutte le piante delle famiglie della: calathea, pothos, monstera, sansevieria, dracaena, filodendro e clorofito.
- Optare per l’acquisto o il noleggio di arredi “green”, quindi informarsi bene prima dell’acquisto. Da quali materiali è composto? Nel caso di materiali compositi, come sono stati assemblati? Cerchiamo di capire meglio quali mobili preferire.


Sono molte le aziende e gli artigiani che producono utilizzando materiali che derivano da una delle azioni delle “4 R” RIDURRE, RIUSARE, RECUPERARE E RICICLARE. Tali materiali, prima di essere reimmessi in commercio vengono controllati e assemblati senza l’uso di colle tossiche o preferendo fissaggi meccanici. Si predilige l’incastro, l’uso di viti, di chiodi e di tasselli.
Altri materiali fortemente consigliati sono quelli innovativi. Risultato di sperimentazioni scientifiche e di origine naturale per la salvaguardia della natura e dell’uomo. Un paio di esempi: le nuove bioplastiche e i tessuti in fibre vegetali, ad esempio quelli ricavati dalle alghe.
Infine i materiali naturali come il cirmolo, il cui impiego principale è nell’arredamento e nell’artigianato in generale. Essenza dalle molteplici proprietà, è stato provato il suo impatto positivo sulla salute, e inoltre ha un’azione antibatterica ed è molto consigliato per chi soffre di allergie. Il profumo, sprigionato dalla sua perfetta combinazione tra vitamina C, oli essenziali, resina, trementina e pinoli, è persistente e regala un piacevole senso di calma alla psiche umana. Altre curiosità: oltre al benessere dell’uomo, quando è allo stato fresco protegge anche da tarme e scarafaggi. Legno usato molto nelle dolomiti.

Ora potrete capire meglio la scelta del nostro motto #unpianetadasalvareunacasadaarredare.
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Vi lasciamo un video realizzato con Margherita Succi di Fill Your Home With Love. Enjoy!