L’edilizia è uno dei settori più inquinanti:
la sua impronta ecologica, dunque il suo impatto ambientale, è data per lo più dalle alte emissioni di sostanze inquinanti e quindi nocive, dal forte spreco d’acqua e dalla, spesso elevata, produzione di rifiuti. Per questo è ritenuto uno dei settori industriali più dannosi per l’ambiente.
Proviamo a fare un esercizio di ottimismo: l’edilizia è un settore altamente inquinante ma con un rilevante potenziale di miglioramento, così come sostiene la Globalabc (Global Alliance for Buildings and Construction).

Il lato oscuro del nostro lavoro di architette
Da quando abbiamo iniziato a fare il nostro lavoro abbiamo spesso ricevuto feedback “wow, che bello! avrei sempre voluto fare l’architetto” ma oltre “il bello” c’è un lato oscuro che ci ha fortemente condizionate e ci ha spinte a dar vita a SAM.
Lavoriamo in un campo altamente inquinante ed energivoro, produce quasi il 40% delle emissioni globali annue di gas serra. Giusto per avere un’idea: è molto più impattante della fast fashion.
Un altro modo di fare l’architetto è possibile?
L’obiettivo è di ottenere una sempre maggiore decarbonizzazione dell’edilizia, con la speranza di raggiungere le zero emissioni. Quello edile è uno degli ambiti di cui si parla meno, ma è anche uno di quelli con le più alte emissioni di CO2 in Italia. Se poi si prendono in considerazione anche l’interior design e gli impianti la percentuale del 40% cresce ulteriormente.
Tutto ciò ci fa sentire sopraffatte, come addette ai lavori e come consumatrici.
Ciò che inquina parecchio sono indubbiamente le demolizioni. I rifiuti di cantiere vanno smaltiti correttamente, quindi portati in discariche autorizzate, innanzi tutto per non incorrere in conseguenze legali.

I detriti una volta portati nei centri di smaltimento, possono ancora inquinare. Durante il trasporto se vengono dispersi possono contaminare le falde acquifere e quelli che arrivano ad essere riciclati sono spesso soggetti a downcycling ovvero ad un riciclo che ne abbassa la qualità del prodotto finale, escludendone a volte l’ulteriore riciclo.
Iniziamo dalle nostre case!

I rifiuti edili sono inquinanti, come possiamo essere sostenibili?
…Bisogna considerare il riciclo di rifiuti sin dalla progettazione, cercando principalmente di produrne sempre meno. Basare quindi il proprio lavoro sui principi dell’economia circolare è la risposta allo spreco, spreco che diventa risorsa e non rifiuto!
Concentriamoci qui sull’aspetto degli arredi e delle finiture, per non sentirci sopraffatti dall’eco-ansia.
Cosa possiamo fare noi progettisti/interior designer?
…Fare la scelta giusta! Cercare prodotti sostenibili già esistenti sul mercato o progettarli noi stessi.
La rivoluzione parte dalla progettazione, se non esiste ancora il prodotto perfetto, basta idearlo e farlo realizzare!
Ed è qui che ci vengono in aiuto le ragazze di Officine Circolari che ci spiegano i differenti approcciarci all’eco-design:
❝ La progettazione sostenibile ed ecocompatibile mira ad ideare da zero o a ri-pensare prodotti che siano rispettosi dell’ambiente, abbiano una vita utile il più lunga possibile, siano smontabili e manutenibili e che siano costruiti con materiali che prediligono una filiera corta.
Nello specifico, la progettazione sostenibile ed ecocompatibile punta a:
- utilizzare il minimo delle risorse;
- produrre meno rifiuti e inquinamento possibili;
- ridurre gli impatti della distribuzione;
- favorire un facile riutilizzo e riciclo.
Come indicato nel documento europeo Un nuovo piano d’azione per l’economia circolare (marzo 2020), più dell’80% dell’impatto ambientale di un prodotto è determinato nella fase di progettazione. In questa fase delicata, quindi, si possono adottare diversi approcci per fare in modo che i prodotti siano il più possibile adeguati dal punto di vista funzionale ed ambientale.
Tali approcci circolari e sostenibili fanno riferimento alla progettazione:
- per la flessibilità: i prodotti si adattano alle necessità di persone e dei rapidi cambiamenti del mondo contemporaneo;
- per la riduzione: dal fare meno al fare in modo diverso, ripensando alle caratteristiche fisiche e dei materiali;
- per il disassemblaggio: pensare a monte alle modalità di smontaggio e prevedere le potenziali aree di rottura;
- per componenti: visione che favorisce la manutenzione e l’aggiornamento dei prodotti grazie all’attenzione posta alla relazione tra i componenti.
L’elemento chiave che tiene insieme tutte queste tipologie di design deve essere la visione sistemica.
La visione sistemica è uno strumento teorico e pratico per visualizzare in anticipo l’intero ciclo di vita del prodotto e di conseguenza adottare un design e un sistema di realizzazione che ne ottimizzino il più possibile le varie fasi.
Il metodo di progettazione sistemico pone l’attenzione sul sistema in generale e ogni componente non viene mai considerato in modo isolato ma anzi concepito in base alle relazioni e dipendenze del contesto nel quale è inserito. Questo comporta molti vantaggi per i vari stakeholder della filiera e per il territorio.❞
Cosa possiamo fare noi consumatori e consumatrici?
…Fare la scelta giusta! Cercare prodotti sostenibili per contrastare la crisi climatica. Esistono delle valide alternative, prodotti già presenti sul mercato. Più alta è la richiesta, più i produttori, ovvero aziende e artigiani, devono impegnarsi ad alleggerire la loro impronta ambientale.
Da consumatori abbiamo una grandissima responsabilità nei confronti del nostro pianeta. Optare per prodotti sostenibili che rispettino il nostro pianeta è un dovere di tutti/e per combattere l’inquinamento ambientale.
Fai la scelta giusta, inizia dalla tua casa!
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